top of page

La Madonna Pellegrina a Dalmine

1949

Nel 1949 partiva nella diocesi di Bergamo la “Peregrinatio Mariae”, cioè il Pellegrinaggio di Maria attraverso tutte le parrocchie della terra bergamasca. Il vescovo mons. Adriano Bernareggi, in data 2 febbraio 1949 indirizzava alla diocesi il seguente messaggio.

​

A TUTTI I FEDELI DELLA DIOCESI

​

Nella prima domenica di Quaresima, nella Cattedrale, vien dato da me il via alle tre processioni che percorreranno tutte le vie ed entreranno in tutte le parrocchie della Diocesi, recando il simulacro della Vergine Pellegrina. È una cosa nuova questa nella tradizione della Chiesa. Prima erano i fedeli che andavano pellegrini ai Santuari dove la Madonna è più venerata: ora è la stessa Madonna che nel suo simulacro va pellegrina a trovare i fedeli. È una cosa strana questa? No certo, perché le mamme vanno volentieri a trovare i propri figli nelle loro case e la Madonna, che è la nostra Madre celeste, ecco che anch’essa si muove e va pellegrina a trovare i suoi figli, ovunque, dalla bassa pianura su sino ai villaggi appollaiati in alto sui monti, dalla Chiesa più maestosa a quelle più umili, attraverso alle campagne che danno il frumento per il pane e dentro le officine dove gli operai faticano per guadagnarsi questo pane per sé e per i loro cari.

Ma se deve apparire naturale questa novità, che la Madonna venga a trovarci nelle nostre case, non si rivela anche in questa novità l’indizio di un qualche cosa di non normale nella vita dei cristiani? Lei viene infatti a noi perché ci sono fra noi di quelli che non vanno più a Lei e che forse quasi nemmeno più la conoscono: viene da noi forse anche perché nelle famiglie che si dicono cristiane ci sono troppe cose che Lei vorrebbe spazzare via, per ridare un volto interamente cristiano ai nostri paesi ed alle nostre case: viene a noi per scuotere la nostra freddezza, per trascinarci dietro, verso Gesù.

Quindi non è solo con giubilo, come per una bella e singolare festa, che Maria Pellegrina deve essere accolta da tutti voi, ma anche con un senso di compunzione. Ciascuno di noi si deve infatti chiedere, se non vi è in ciò che professa come proprio credo ed in ciò che opera, qualche cosa che può dispiacere a Maria e che ha quindi da venir tolto. Ecco perché si insiste sul carattere prevalentemente penitenziale che deve avere la “Peregrinatio”. E solo se il passaggio di Maria sarà seguito da una più profonda adesione alla fede e da un miglioramento dei costumi, si potrà dire che tale passaggio non è stato una cosa inutile. “Timeo Jesum transeuntem”, ammoniva S. Agostino a coloro che lasciano Gesù passare oltre senza rispondere all’invito della sua grazia. In modo analogo io dirò: “Timeo Mariam transeuntem”. Avrei motivi seri di timore, se dopo la “Peregrinatio Mariae” di quest’anno la Diocesi non mostrasse con maggior ardore la sua fede cristiana.

Quest’anno, terminata la seconda Visita Pastorale in tutta la Diocesi, io non farò visite pastorali particolari, salvo che in alcune parrocchie che dirò di ricupero. Ma seguirò Maria ovunque andrà con il cuore e la preghiera, perché Maria, che tanto ci ama, trovi nel popolo della Bergamasca una grande corrispondenza di amore. Ed io sono sicuro che la nostra Diocesi, fedele alla sua tradizione, mostrerà a questa grande Madre che la Diocesi continua ad essere degna della Sua protezione.

Benedico di cuore.

+ ADRIANO BERNAREGGI

Bergamo, 2 Febbraio 1949

​

Il dono delle 3 statue della Madonna Pellegrina

​

3 statue

Durante la Peregrinatio Mariae nella Diocesi di Bergamo (anno 1949), furono usate simultaneamente tre statue raffiguranti il Cuore Immacolato di Maria

​

Città alta

Una, quella che venne a Brembo il 9 maggio 1949, è la più piccola e si trova ora venerata nel Santuario di Nostra Signora del S. Cuore di Gesù, posto sul colle di S. Salvatore in Città Alta. Comunemente la gente la chiama “Madonna dei disperati” perché a Lei si ricorre quando veramente si tratta di grazie impossibili.

​

Lo scultore

Le altre due statue furono scolpite in legno di cirmolo dal bravo scultore Alessandro Gritti. Il valore di queste venerate statue è soprattutto devozionale, religioso e storico.

​

Botta di Sedrina

Dopo la Peregrinatio Mariae, una delle due statue nuove fu donata da mons. Vescovo Bernareggi alla Casa dei Ritiri Spirituali a Botta di Sedrina, l’altra alla Parrocchia di Brembo.

​

Brembo

Quella assegnata a Brembo fu momentaneamente portata nella casa del sacerdote don Emilio Frigeni, presso la Basilica di S. Maria Maggiore, dove un suo nipote la ridipinse e la spesa fu pagata con offerte delle mamme di Brembo.

​

Trasporto a Brembo

La domenica di Pasqua, 9 aprile 1950, nel primo pomeriggio fu portata in Duomo e posta sul trono. Di lì fu tolta dai giovani dell’oratorio del Seminarino e, accompagnata dai Canonici in cappa magna, fu posta sul carro trionfale che attendeva fuori del Duomo. Da qui fu portata a Brembo e collocata nella chiesetta Pesenti. Qui rimase fino al 13 marzo 1955, quando, a causa di un incendio nella chiesetta, fu trasferita nella sala da gioco dell’oratorio, provvisoriamente trasformata in cappella. Qui rimase fino al pomeriggio del 20 agosto dello stesso anno 1955, giorno della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.

​

Altare della Madonna

Nel 1958 fu costruito l’Altare dedicato alla Madonna. È in marmo verde, reso prezioso da alcuni pannelli in rame sbalzato ed argentato di Ferruccio Guidotti. Una lapide posta sul fianco dice a caratteri d’oro: “Alla Celeste Pellegrina la Parrocchia, con filiale riconoscenza per i molteplici favori ricevuti, edificò. Anno 1958”.

​

Consacrazione

L’altare fu consacrato da mons. Giuseppe Piazzi il 30 maggio 1959 e nel sepolcreto fu chiusa una pergamena scritta in latino, a ricordo della consacrazione.

​

La Madonna Pellegrina alla Dalmine SpA

 

Per l’occasione, il poeta Luigi Gnecchi, dipendente degli stabilimenti, lesse questa sua composizione.

​

O Madona, regina del ciel,

Te salude con contentessa…

‘Nsè operare, o Madona, e te tel sé

tè conoset i noste fadighe

tè conoset la eta che ‘n fa

per rendiga servese al laurà;

éco, lasa che tot an tè dighe;

‘n tè confide i noss crus e magù

per gudì de la to comprensiù.

Fa che tocc am diente pio sae

e che a sentiss pio fradei a m’impare…

E per noter, per noter, Madona

a m’invoca ona grassia special:

benedessem conteta ‘l laurà,

tegnem semper sol co la to mà:

lasem semper lontà d’ogne mal;

fà ch’en siess di to scecc i pio bù

e sigur de la to protessiù.

O Madonna, regina del cielo,

Ti saluto con gioia …

Siamo operai, o Madonna, e tu lo sai,

tu conosci le nostre fatiche

tu conosci la vita che facciamo

per prestare servizio sul lavoro;

ecco, lascia che tutto ti diciamo;

che ti confidiamo le nostre croci e dispiaceri

per godere della tua comprensione.

Fa che tutti diventiamo migliori

e che impariamo a diventare più fratelli…

E pernoi, per noi, Madonna

invochiamo una grazia speciale:

benedici il lavoro

tieni sempre la tua mano sul capo:

tienici lontano da ogni male;

fa che siamo dei tuoi figli i più buoni

e sicuri della tua protezione.

bottom of page